Campagna elettorale: Roman Pastore e l’antica via della sobrietà

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Qualche giorno fa ha destato grandi polemiche il comportamento di Roman Pastore, giovane candidato in un Municipio di Roma con Azione di Carlo Calenda. Il nostro amato Roman è reo di aver indossato, in una foto pubblicata sui social, un orologio molto costoso, più precisamente un Audemars Piguet, noto brand di orologi di lusso (tra l’altro confuso dagli utenti con un Rolex). Apriti cielo! Nell’arco di pochissimo tempo è stato preso di mira da un’infinità di utenti che lo hanno attaccato con pesanti insulti: si è passati dall’accusa di essere “il solito figlio di papà” a commenti al vetriolo fino ad arrivare a del vero e proprio bodyshaming (alcune persone sono davvero melense).

La polemica su internet – e poi sui giornali – è montata così tanto che ha richiesto l’intervento del leader di Azione, Carlo Calenda, e del leader di Italia Viva, Matteo Renzi.

Carlo Calenda, leader di Azione, che interviene in difesa di Roman Pastore
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che interviene in difesa di Roman Pastore

Lo stesso candidato ha, in un secondo tempo, ammesso che quel costoso monile apparteneva a un lascito dell’ormai defunto padre, ma ciò non deve andare a inficiare la nostra analisi di comunicazione politica… perché siete qui per questo, giusto?

In comunicazione politica la coerenza è tutto

Quando in Italia parliamo di uomini di successo che entrano in politica (o che “scendono in campo”, vedete voi) non possiamo far altro che menzionare Silvio Berlusconi: ricco imprenditore della “Milano bene” e padre di famiglia che “offre” la propria competenza gestionale al Bel Paese, per traghettarlo fuori dal pantano lasciato dalla Prima Repubblica e, in seguito, per difenderlo dai comunisti cattivi.

Berlusconi, da che mondo è mondo, per la propria comunicazione ha sempre usato la narrazione dell’imprenditore di successo; quindi, molti suoi “eccessi” non destano grandi critiche. Berlusconi indossa una cravatta costosa? Non accade nulla. Berlusconi si sposta con un elicottero privato? Niente di niente.  Perché secondo voi? La risposta è presto detta. Si tratta di coerenza. I comportamenti posti in essere dal “Cavaliere” (possiamo chiamarlo ancora così o ne ho combinata una delle mie?) sono coerenti con il personaggio costruito e narrato nell’arco del tempo.

E allora Roman? Il candidato in questione è poco conosciuto, ma soprattutto troppo giovane per poter impostare una narrazione simile. Il suo indossare oggetti costosi si presta alle classiche etichette del giovane “radical chic” (odio questo termine), ricco perché di “buona famiglia”. Ergo, l’immagine trasmessa risulta incoerente con il personaggio che deve ancora costruirsi.

Il cambio di passo dell’immagine politica

Dal duemila e sette, la politica è cambiata: se prima eravamo abituati a politici “inarrivabili”, simili a delle vere e proprie divinità, oggi prediligiamo avere al potere “l’uomo comune”, cioè la persona che sta in mezzo alla gente.

Berlusconi tra la gente, protetto dai suoi bodyguards
Raffaele Fico, Presidente della Camera dei Deputati, che si reca al lavoro con il bus, come una persona comune

Cosa significa questo? Non che i candidati di turno debbano celare tutti i propri averi – che sarebbe anche peggio di mostrarli – ma significa seguire l’unica via possibile che non è quella di Mandalore: la via della sobrietà. Quando il candidato presenzia a un evento pubblico, a una raccolta fondi elettorale, a un comizio, a una cena… deve scegliere un abbigliamento sobrio!

Abbigliamento sobrio non significa vestirsi male o vestirsi in modo sciatto, ma evitare dettagli che possano attirare troppo l’attenzione e quindi sviare gli elettori dal contenuto e dal programma.

In campagna elettorale, un ottimo modo per aumentare le proprie chance di vittoria è quello di affidarsi a un bravo consulente di comunicazione politica. Solo con l’aiuto di questo esperto di comunicazione sarà possibile evitare di salire agli “onori della cronaca” per una scelta sbagliata.