Lo staff di un candidato alle elezioni: da chi è composto?

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Con il talento si vincono le partite. Ma è con il lavoro di squadra e con l’intelligenza che si vincono i campionati.

Michael Jordan

Hai deciso di candidarti alle prossime elezioni e stai facendo il punto della situazione: i manifesti elettorali, la scelta dei colori, lo slogan, i social network ecc. In questo periodo – oserei dire frenetico – tutto appare sempre incompleto e soprattutto costoso. Poi, con i tempi che corrono, tra pandemia, guerra e aumento dei prezzi, ti sarà venuto in mente di ridurre all’osso le tue spese ed è un comportamento assolutamente corretto. Su una cosa, tuttavia, è preferibile non risparmiare e avere un ventaglio di scelte a propria disposizione: sullo staff elettorale.

Ma suddetto staff da chi è composto? Chi dovrebbe lavorare all’ombra del candidato? Scopriamolo insieme.

Il Consulente Politico

Il Consulente Politico è l’esperto di comunicazione e marketing politico che stabilisce, insieme al candidato e allo staff, la strategia da seguire. Ha il compito di curare l’immagine pubblica del candidato e al contempo di studiare i messaggi. Spesso si occupa pure dell’agenda del candidato e del budget della campagna.

Il Portavoce

Il Portavoce è colui che opera a stretto contatto con i giornalisti. Si occupa dei comunicati stampa, delle note politiche e delle lettere, nonché degli interventi e delle dichiarazioni alla stampa.

Il Social Media Manager

Il Social Media Manager sviluppa la strategia sui social e ha il compito di costruire, gestire e monitorare la reputazione del candidato nel mondo social.

Graphic designer

Layout, grafiche accattivanti, immagini convincenti… chi si occupa di tutto questo? Chiaramente il Graphic designer.

Ghostwriter – Content Writer

Il Ghostwriter è la figura che si occupa della stesura dei discorsi, degli interventi… e anche della scrittura di interi libri per il candidato. Il Content Writer è, invece, il professionista che si occupa dei contenuti per il blog.

Fundraiser

Il Fundraiser è colui che, attraverso l’utilizzo di tecniche professionali, cura le attività di raccolta fondi per finanziare la campagna elettorale.

In conclusione, vediamo i tre errori da non fare in campagna elettorale.

Candidato “faccio tutto io”

L’errore comune, per un candidato, è quello di credere di poter fare tutto da solo senza l’aiuto degli esperti. Non è possibile! Questa scelta porta solo a due conclusioni:

  • disastrosa sconfitta;
  • esaurimento nervoso.

Affidare lavori al “cugino bravo”

Secondo voi, il “cugino bravo” o “l’amico che fa le cose gratis” ha davvero le competenze per poter sostituire una persona esperta che ha studiato e che fa da anni uno dei lavori sopraccitati? Ovviamente no.

Fattore tempo

Il tempo è tutto nella vita, ed è anche importante in campagna elettorale. Ridursi all’ultimo momento per la scelta di un candidato e per l’organizzazione di una campagna elettorale aumenta le possibilità di portare a casa un insuccesso.

Campagna elettorale: Roman Pastore e l’antica via della sobrietà

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Qualche giorno fa ha destato grandi polemiche il comportamento di Roman Pastore, giovane candidato in un Municipio di Roma con Azione di Carlo Calenda. Il nostro amato Roman è reo di aver indossato, in una foto pubblicata sui social, un orologio molto costoso, più precisamente un Audemars Piguet, noto brand di orologi di lusso (tra l’altro confuso dagli utenti con un Rolex). Apriti cielo! Nell’arco di pochissimo tempo è stato preso di mira da un’infinità di utenti che lo hanno attaccato con pesanti insulti: si è passati dall’accusa di essere “il solito figlio di papà” a commenti al vetriolo fino ad arrivare a del vero e proprio bodyshaming (alcune persone sono davvero melense).

La polemica su internet – e poi sui giornali – è montata così tanto che ha richiesto l’intervento del leader di Azione, Carlo Calenda, e del leader di Italia Viva, Matteo Renzi.

Carlo Calenda, leader di Azione, che interviene in difesa di Roman Pastore
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che interviene in difesa di Roman Pastore

Lo stesso candidato ha, in un secondo tempo, ammesso che quel costoso monile apparteneva a un lascito dell’ormai defunto padre, ma ciò non deve andare a inficiare la nostra analisi di comunicazione politica… perché siete qui per questo, giusto?

In comunicazione politica la coerenza è tutto

Quando in Italia parliamo di uomini di successo che entrano in politica (o che “scendono in campo”, vedete voi) non possiamo far altro che menzionare Silvio Berlusconi: ricco imprenditore della “Milano bene” e padre di famiglia che “offre” la propria competenza gestionale al Bel Paese, per traghettarlo fuori dal pantano lasciato dalla Prima Repubblica e, in seguito, per difenderlo dai comunisti cattivi.

Berlusconi, da che mondo è mondo, per la propria comunicazione ha sempre usato la narrazione dell’imprenditore di successo; quindi, molti suoi “eccessi” non destano grandi critiche. Berlusconi indossa una cravatta costosa? Non accade nulla. Berlusconi si sposta con un elicottero privato? Niente di niente.  Perché secondo voi? La risposta è presto detta. Si tratta di coerenza. I comportamenti posti in essere dal “Cavaliere” (possiamo chiamarlo ancora così o ne ho combinata una delle mie?) sono coerenti con il personaggio costruito e narrato nell’arco del tempo.

E allora Roman? Il candidato in questione è poco conosciuto, ma soprattutto troppo giovane per poter impostare una narrazione simile. Il suo indossare oggetti costosi si presta alle classiche etichette del giovane “radical chic” (odio questo termine), ricco perché di “buona famiglia”. Ergo, l’immagine trasmessa risulta incoerente con il personaggio che deve ancora costruirsi.

Il cambio di passo dell’immagine politica

Dal duemila e sette, la politica è cambiata: se prima eravamo abituati a politici “inarrivabili”, simili a delle vere e proprie divinità, oggi prediligiamo avere al potere “l’uomo comune”, cioè la persona che sta in mezzo alla gente.

Berlusconi tra la gente, protetto dai suoi bodyguards
Raffaele Fico, Presidente della Camera dei Deputati, che si reca al lavoro con il bus, come una persona comune

Cosa significa questo? Non che i candidati di turno debbano celare tutti i propri averi – che sarebbe anche peggio di mostrarli – ma significa seguire l’unica via possibile che non è quella di Mandalore: la via della sobrietà. Quando il candidato presenzia a un evento pubblico, a una raccolta fondi elettorale, a un comizio, a una cena… deve scegliere un abbigliamento sobrio!

Abbigliamento sobrio non significa vestirsi male o vestirsi in modo sciatto, ma evitare dettagli che possano attirare troppo l’attenzione e quindi sviare gli elettori dal contenuto e dal programma.

In campagna elettorale, un ottimo modo per aumentare le proprie chance di vittoria è quello di affidarsi a un bravo consulente di comunicazione politica. Solo con l’aiuto di questo esperto di comunicazione sarà possibile evitare di salire agli “onori della cronaca” per una scelta sbagliata.

Elezioni Usa 2020: Facebook imporrà il “silenzio elettorale”

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Mark Zuckerberg ha annunciato, con un post sulla sua pagina Facebook, che il suo social bloccherà qualsiasi avviso pubblicitario di natura politica, in USA, la settimana prima del voto (3 novembre 2020).

“Sono preoccupato perché la nostra nazione è così divisa e i risultati elettorali, che richiederanno giorni se non settimane per essere elaborati, potrebbero portare a disordini civili in tutto il paese”

Un interessante inversione di rotta visto e considerato che, nelle elezioni americane del 2016, Menlo Park ebbe un atteggiamento abbastanza ambiguo su fake news e bufale. Questa sufficienza non fece certo bene al tono del dibattito pubblico americano che venne sempre più esasperato da tormentoni virali e da una valanga di post di disinformazione.

Facebook non si limiterà solo a questo:

  • le informazioni credibili saranno poste in cima alla pagina dei feed;
  • i post che diffondono disinformazione saranno eliminati;
  • i post che diffondono informazioni errate sulle modalità di voto saranno eliminati;
  • i post che creano confusione su quando e come andare a votare saranno eliminati;
  • i post e i messaggi che scoraggiano la partecipazione al voto per il Covid-19 saranno eliminati.

Inoltre, tutti i post pubblicati per delegittimare l’esito delle elezioni, per criticare una procedura o per annunciare la vittoria di un candidato prima ancora del risultato finale, saranno segnati con una particolare etichetta che rimanderà a dati ufficiali.

Il silenzio elettorale in Italia

Il silenzio elettorale in Italia è regolato dalla legge 4 aprile 1956 n.21. In sostanza, la legge stabilisce che nel giorno in cui si vota e in quello precedente non si può fare propaganda in televisione e in radio, non si possono tenere comizi nei luoghi pubblici e non si può fare alcuna forma di propaganda elettorale entro 200 metri dai seggi. Chiaramente, i Social Network non vengono menzionati da suddetta legge (nel ’56 i social ancora non esistevano) quindi, a causa di questo gap normativo, è possibile fare campagna elettorale sui social anche nei giorni in cui la sopraccitata legge lo vieta (in molti lo ritengono, comunque, moralmente sbagliato quindi occhio, eh!).

La domanda sorge spontanea: quale sarà il comportamento di Facebook in Italia? La nuova policy varrà anche per il “Bel Paese”? Beh… staremo a vedere.