Elezioni: “Vademecum” per candidati e comunicatori

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E così ha inizio la tanto attesa campagna elettorale. Come gli “Uruk-hai” ne “Il Signore degli Anelli e Le Due Torri” avviarono l’assalto al “Fosso di Helm”, anche noi attendiamo, con debordante ansia, l’assalto dei candidati.

Siamo pronti? Forse. Tra pandemia, guerra e aumento dei prezzi, stiamo perdendo tutti un po’ la testa. Gli staff di comunicazione e i candidati sono pronti? Beh… spero di sì, visto che il fatidico giorno si avvicina. Ma tranquilli, vi vengo incontro! Ecco per voi un piccolo vademecum per affrontare al meglio la campagna elettorale (e rimanere vivi).

I Manifesti Elettorali

I manifesti elettorali sono IMPORTANTISSIMI! Diffidate da coloro che sostengono il contrario. I manifesti servono proprio a far capire agli elettori che la persona raffigurata è candidata alle elezioni (non dare per scontato che la gente lo sappia!). Servono, inoltre, a far associare il nome del candidato al viso.

I Social Network

I Social Network, nell’arco di pochissimo tempo, sono diventati cruciali per la comunicazione politica. La soluzione migliore è quella di puntare su Facebook e su Instagram con:

  • dirette Facebook e Instagram agli eventi sul territorio;
  • foto di gruppo con elettori e con attivisti;
  • infografiche con i punti del programma;
  • video del candidato in cui spiega i punti del programma;
  • storie Instagram (tante, per raccontare la giornata del candidato);
  • Instagram come un “dietro le quinte”, ma senza esagerare.

Il Programma

Non si può cadere sul programma! Serve un programma solido con punti concreti ma soprattutto realizzabili. A livello comunicativo, però, è preferibile che il candidato si focalizzi su un massimo di 3 punti (quelli che ritiene più importanti), per poi battere su quelli agli eventi pubblici.

Prepararsi al peggio

In campagna elettorale gli imprevisti sono dietro l’angolo, e per evitare disastri è sempre bene PREPARSI AL PEGGIO! Quello che bisogna fare è sedersi al tavolo con un bel caffè amaro e fare due operazioni:

  • prevedere e ipotizzare ciò che potrebbe accadere in tutta la campagna elettorale;
  • tracciare tutti i punti deboli della vita professionale e privata del candidato.

E da qui si parte a costruire la “difesa” del candidato.

Chiamare un professionista

Con i tempi che corrono è preferibile lasciare ad altri l’improvvisazione. Frasi come “mio cugino è bravo” o “il mio amico fa queste cose gratis” sono il preludio a una rovinosa sconfitta. Affidatevi SEMPRE a esperti consulenti di comunicazione politica.

Lo staff di un candidato alle elezioni: da chi è composto?

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Con il talento si vincono le partite. Ma è con il lavoro di squadra e con l’intelligenza che si vincono i campionati.

Michael Jordan

Hai deciso di candidarti alle prossime elezioni e stai facendo il punto della situazione: i manifesti elettorali, la scelta dei colori, lo slogan, i social network ecc. In questo periodo – oserei dire frenetico – tutto appare sempre incompleto e soprattutto costoso. Poi, con i tempi che corrono, tra pandemia, guerra e aumento dei prezzi, ti sarà venuto in mente di ridurre all’osso le tue spese ed è un comportamento assolutamente corretto. Su una cosa, tuttavia, è preferibile non risparmiare e avere un ventaglio di scelte a propria disposizione: sullo staff elettorale.

Ma suddetto staff da chi è composto? Chi dovrebbe lavorare all’ombra del candidato? Scopriamolo insieme.

Il Consulente Politico

Il Consulente Politico è l’esperto di comunicazione e marketing politico che stabilisce, insieme al candidato e allo staff, la strategia da seguire. Ha il compito di curare l’immagine pubblica del candidato e al contempo di studiare i messaggi. Spesso si occupa pure dell’agenda del candidato e del budget della campagna.

Il Portavoce

Il Portavoce è colui che opera a stretto contatto con i giornalisti. Si occupa dei comunicati stampa, delle note politiche e delle lettere, nonché degli interventi e delle dichiarazioni alla stampa.

Il Social Media Manager

Il Social Media Manager sviluppa la strategia sui social e ha il compito di costruire, gestire e monitorare la reputazione del candidato nel mondo social.

Graphic designer

Layout, grafiche accattivanti, immagini convincenti… chi si occupa di tutto questo? Chiaramente il Graphic designer.

Ghostwriter – Content Writer

Il Ghostwriter è la figura che si occupa della stesura dei discorsi, degli interventi… e anche della scrittura di interi libri per il candidato. Il Content Writer è, invece, il professionista che si occupa dei contenuti per il blog.

Fundraiser

Il Fundraiser è colui che, attraverso l’utilizzo di tecniche professionali, cura le attività di raccolta fondi per finanziare la campagna elettorale.

In conclusione, vediamo i tre errori da non fare in campagna elettorale.

Candidato “faccio tutto io”

L’errore comune, per un candidato, è quello di credere di poter fare tutto da solo senza l’aiuto degli esperti. Non è possibile! Questa scelta porta solo a due conclusioni:

  • disastrosa sconfitta;
  • esaurimento nervoso.

Affidare lavori al “cugino bravo”

Secondo voi, il “cugino bravo” o “l’amico che fa le cose gratis” ha davvero le competenze per poter sostituire una persona esperta che ha studiato e che fa da anni uno dei lavori sopraccitati? Ovviamente no.

Fattore tempo

Il tempo è tutto nella vita, ed è anche importante in campagna elettorale. Ridursi all’ultimo momento per la scelta di un candidato e per l’organizzazione di una campagna elettorale aumenta le possibilità di portare a casa un insuccesso.

Campagna elettorale: Roman Pastore e l’antica via della sobrietà

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Qualche giorno fa ha destato grandi polemiche il comportamento di Roman Pastore, giovane candidato in un Municipio di Roma con Azione di Carlo Calenda. Il nostro amato Roman è reo di aver indossato, in una foto pubblicata sui social, un orologio molto costoso, più precisamente un Audemars Piguet, noto brand di orologi di lusso (tra l’altro confuso dagli utenti con un Rolex). Apriti cielo! Nell’arco di pochissimo tempo è stato preso di mira da un’infinità di utenti che lo hanno attaccato con pesanti insulti: si è passati dall’accusa di essere “il solito figlio di papà” a commenti al vetriolo fino ad arrivare a del vero e proprio bodyshaming (alcune persone sono davvero melense).

La polemica su internet – e poi sui giornali – è montata così tanto che ha richiesto l’intervento del leader di Azione, Carlo Calenda, e del leader di Italia Viva, Matteo Renzi.

Carlo Calenda, leader di Azione, che interviene in difesa di Roman Pastore
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che interviene in difesa di Roman Pastore

Lo stesso candidato ha, in un secondo tempo, ammesso che quel costoso monile apparteneva a un lascito dell’ormai defunto padre, ma ciò non deve andare a inficiare la nostra analisi di comunicazione politica… perché siete qui per questo, giusto?

In comunicazione politica la coerenza è tutto

Quando in Italia parliamo di uomini di successo che entrano in politica (o che “scendono in campo”, vedete voi) non possiamo far altro che menzionare Silvio Berlusconi: ricco imprenditore della “Milano bene” e padre di famiglia che “offre” la propria competenza gestionale al Bel Paese, per traghettarlo fuori dal pantano lasciato dalla Prima Repubblica e, in seguito, per difenderlo dai comunisti cattivi.

Berlusconi, da che mondo è mondo, per la propria comunicazione ha sempre usato la narrazione dell’imprenditore di successo; quindi, molti suoi “eccessi” non destano grandi critiche. Berlusconi indossa una cravatta costosa? Non accade nulla. Berlusconi si sposta con un elicottero privato? Niente di niente.  Perché secondo voi? La risposta è presto detta. Si tratta di coerenza. I comportamenti posti in essere dal “Cavaliere” (possiamo chiamarlo ancora così o ne ho combinata una delle mie?) sono coerenti con il personaggio costruito e narrato nell’arco del tempo.

E allora Roman? Il candidato in questione è poco conosciuto, ma soprattutto troppo giovane per poter impostare una narrazione simile. Il suo indossare oggetti costosi si presta alle classiche etichette del giovane “radical chic” (odio questo termine), ricco perché di “buona famiglia”. Ergo, l’immagine trasmessa risulta incoerente con il personaggio che deve ancora costruirsi.

Il cambio di passo dell’immagine politica

Dal duemila e sette, la politica è cambiata: se prima eravamo abituati a politici “inarrivabili”, simili a delle vere e proprie divinità, oggi prediligiamo avere al potere “l’uomo comune”, cioè la persona che sta in mezzo alla gente.

Berlusconi tra la gente, protetto dai suoi bodyguards
Raffaele Fico, Presidente della Camera dei Deputati, che si reca al lavoro con il bus, come una persona comune

Cosa significa questo? Non che i candidati di turno debbano celare tutti i propri averi – che sarebbe anche peggio di mostrarli – ma significa seguire l’unica via possibile che non è quella di Mandalore: la via della sobrietà. Quando il candidato presenzia a un evento pubblico, a una raccolta fondi elettorale, a un comizio, a una cena… deve scegliere un abbigliamento sobrio!

Abbigliamento sobrio non significa vestirsi male o vestirsi in modo sciatto, ma evitare dettagli che possano attirare troppo l’attenzione e quindi sviare gli elettori dal contenuto e dal programma.

In campagna elettorale, un ottimo modo per aumentare le proprie chance di vittoria è quello di affidarsi a un bravo consulente di comunicazione politica. Solo con l’aiuto di questo esperto di comunicazione sarà possibile evitare di salire agli “onori della cronaca” per una scelta sbagliata.

Consigli di lettura: 5 libri da leggere sulla Comunicazione Politica

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Il mondo della comunicazione è in rapidissima evoluzione e possiamo avere conferma di questo osservando il poliedrico panorama social: una piattaforma lanciata in pompa magna oggi diventa già obsoleta domani. E la comunicazione politica poteva sfuggire a queste continue trasformazioni?!? Scherziamo?!?

In questo scenario in cambiamento continuo diventa necessario restare al passo con i tempi, e tanti sono i consigli per non farsi trovare impreparati: il primo, e quello che preferisco di più, è quello di formarsi e aggiornarsi costantemente. Ecco quindi 5 libri sulla comunicazione politica che vi consiglio di leggere (o anche regalare visto che Natale si avvicina!)

I Segreti dell’urna. Storie, strategie e passi falsi delle campagne elettorali – Giovanni Diamanti

“I Segreti dell’urna. Storie, strategie e passi falsi delle campagne elettorali” – Giovanni Diamanti

In questo libro, Giovanni Diamanti accompagna il lettore, passo dopo passo, nel “dietro le quinte” della campagna elettorale dove in pochi hanno avuto il piacere di stare e lavorare. In campagna elettorale tutto è frutto di un’attenta analisi e pianificazione: dalla grafica dei manifesti al tono di voce nei dibattiti. L’autore, insomma, in ricchi e interessanti passaggi, fa capire che la corsa al voto non è un semplice bombardamento di promesse ma un’arte raffinata e complessa.

Il nuovo marketing politico. Vincere le elezioni e governare al tempo della politica veloce – Marco Cacciotto

“Il nuovo marketing politico. Vincere le elezioni e governare al tempo della politica veloce” – Marco Cacciotto

L’epoca che stiamo vivendo è ricca per il personaggio pubblico di opportunità ma anche di minacce: da una parte lui stesso può raggiungere, istantaneamente, i cittadini con comunicazioni altamente personalizzate (siamo nella grande epoca della raccolta dati e della profilazione dell’utente), ma dall’altra parte trova, spesso, cittadini con una bassa soglia di attenzione e con una pazienza molto limitata. La politica di oggi è velocissima e se non si prendono le dovute precauzioni c’è il rischio di farsi travolgere.

Come fare? Come affrontare tutto questo? Il Professor Marco Cacciotto, con questo libro, ci viene in aiuto.

Come raccogliere fondi per la politica. Manuale di fundraising e comunicazione per partiti, movimenti e candidati – Raffaele Picilli – Marina Ripoli

“Come raccogliere fondi per la politica. Manuale di fundraising e comunicazione per partiti, movimenti e candidati” – Raffaele Picilli – Marina Ripoli

Vi piace la politica? E il Fundraising? Bene, questo libro fa al caso vostro!

Questo manuale è rivolto in particolare a candidati, partiti, movimenti, liste civiche e piccoli circoli che hanno necessità di una bussola per orientarsi nella giungla del fundraising per la politica.  Non basta una cena, un’iniziativa di crowdfunding o un banner online sul 2 per mille per fare fundraising politico. C’è tutto mondo da studiare e capire e con questo libro è possibile arrivare preparati agli appuntamenti che contano.

Cortocircuito. Come politica, social media e post-ironia ci hanno fottuto il cervello – Gabriele Ferraresi

“Cortocircuito. Come politica, social media e post-ironia ci hanno fottuto il cervello” – Gabriele Ferraresi

Gabriele Ferraresi, in questo libro, cerca di raccontare i cambiamenti della comunicazione politica negli ultimi anni, soprattutto per quel che riguarda i movimenti della destra sovranista e populista. Quello che fa notare l’autore è che, alla fine, lo schema politica-social media è andato totalmente in cortocircuito. Inoltre, abbiamo in copertina un bel Salvini “memizzato” in Pepe the Frog, e la cosa non guasta!

La politica pop online. I meme e le nuove sfide della comunicazione politica – Giampietro Mazzoleni – Roberta Bracciale

“La politica pop online. I meme e le nuove sfide della comunicazione politica” – Gianpietro Mazzoleni – Roberta Bracciale

Vediamo un’infinità di meme ogni giorno sui social: immagini dissacranti, caricature ironiche, vignette satiriche ecc. Queste immagini pubblicate sui social diventano istantaneamente virali, creando sottoculture e influenzando a loro volta i politici e le loro posizioni.

Quali origini ha questo fenomeno? Come viene attualmente influenzata la politica? All’interno del libro è possibile trovare le risposte a queste domande (e in copertina, in questo caso, Trump “memizzato” in Pepe the Frog).

Buona lettura e buon divertimento.

Quella volta che Clint Eastwood parlò a una sedia

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Vi ricordate quella volta quando il grandissimo Clint Eastwood parlò a una sedia vuota, durante una convention del Partito Repubblicano, a Tampa, nel lontano 2012? Se avete dimenticato tutto o non avete idea di cosa io stia parlando, non preoccupatevi! Parto subito con lo spiegone del giorno.  

L’intervento del famosissimo attore era stato chiesto espressamente dall’allora candidato alla presidenza Usa, Mitt Romney, entusiasta dell’appoggio di Clint alla campagna elettorale Repubblicana. Però, nessuno poteva mai immaginare quello che sarebbe successo su quel palco. Ho per caso parlato di intervento? oh, pardon! Intervista. Sì, perché alla fine l’intervento si è trasformato in una vera e propria intervista a un presidente Obama immaginario.

Un discorso graffiante, pungente, a braccio, in cui l’attore per all’incirca 12 minuti ha scambiato battute con una sedia vuota, fingendo che vi fosse seduto l’allora presidente in carica Barack Obama (attaccandolo pesantemente).

“Hai fatto abbastanza, ma non sei abbastanza forte, ora è tempo che qualcun altro si faccia avanti e risolva i problemi”

Clint Eastwood rivolto al Barack Obama immaginario

Il siparietto ha scatenato il popolo del web: in quei pochi minuti si è registrato un picco di oltre 57 mila tweet che contenevano il nome Clint Eastwood. Una persona anonima ha creato un account intitolato al presidente invisibileInvisibleObama” che, in poche ore, ha superato 50 mila follower. Attori e persone dello spettacolo hanno contribuito al trend, pubblicando foto di loro stessi in situazioni comiche con una sedia vuota.

Lo sketch non ha in realtà entusiasmato tantissimo gli esperti: la stampa ha criticato la scenetta, ritenendola troppo improvvisata e poco incisiva, e ha ritenuto la performance di Clint “opaca e sconclusionata”. Gli elettori Repubblicani (eccetto i presenti in platea quella sera) non hanno gradito le battute sulla ritirata USA dall’Afghanistan e sulla questione Guantànamo.

E Barack Obama? La risposta di Obama non si è fatta attendere ed è arrivata con tweet a dir poco eccezionale.

Il tweet di risposta di Obama con una foto di sé stesso seduto su una sedia, al lavoro, con scritto: “questa sedia è occupata”

Beh… che dire!? Game, set e match per l’allora presidente Usa. Non dobbiamo dimenticarci, però, il grande lavoro del suo staff di comunicazione che in questo caso ha saputo formulare una risposta straordinaria e rimettere in riga gli avversari.